La squadra dei pionieri budriesi, alla sua seconda generazione, ha già cambiato nome in Assi Budrio, sponsorizzata con pochi spiccioli dal Partito Socialista di Budrio.
Di soldi ne giravano pochi e la squadra si doveva arrangiare alla bene e meglio. Gianni Bovoli, era il factotum: faceva il dirigente della squadra, l’allenatore e il giocatore. In attacco era molto forte Gianni Guidi, mentre in difesa – con una mole da lottatore romano – predominava “Rumanòn”, ovvero Romano Codicè. Silvito Maccagnani e “Ninni” Melloni erano molto centrati nel possesso di palla e nel costruire occasioni in attacco per portare la squadra a segnare un canestro.
Quando poi la squadra doveva andare in trasferta – stiamo parlando di distanze brevi come Porretta Terme, con andata e ritorno in giornata – non ci si poteva certo permettere un pulmino e la squadra noleggiava un’auto alla Scuola Guida Massarenti. In sei o sette salivano accalcandosi sul sedile posteriore e, la sera, quando restituivano l’auto, lasciavano un “pagherò” perché nemmeno facendo la colletta riuscivano a racimolare la cifra del noleggio.
In squadra anche Claudio Bottazzi, detto “al còcc”, che poi diventerà uno dei tre creatori della Pallacanestro Budrio, nonché allenatore storico della società.
Era una squadra molto motivata, considerati i campi difficili e gli scarsi – per non dire nulli – mezzi economici. La passione per il gioco, il fare squadra insieme erano la molla che trasformava la fatica in divertimento, la competizione in lotta per la vittoria che ripagava di ogni sforzo. E le soddisfazioni arrivarono nell’annata 1954-55, col primo titolo nel campionato di prima divisione vinto in un’area in terra battuta dello Stadio ricavata vicino alla porta del campo da calcio, dove si giocava anche a tennis.
La vittoria si ripeté per altre tre volte consecutive, in Piazza Filopanti. Ogni volta era un andirivieni dei giocatori per spostare i canestri di legno dallo stadio alla piazza e viceversa, a seconda di dove si giocava. La stessa cosa con i tabelloni per segnare il punteggio. I ragazzi della squadra per trasportare questi pesanti aggeggi si aiutavano con le biciclette da donna, che fungevano come mezzo da carico.
Bisognerà aspettare il 1961 per veder nascere una squadra giovanile dalle cui fila uscirà il giocatore più rappresentativo che Budrio basket abbia mai avuto: Ettore Zuccheri, alfiere per un decennio della Virtus Bologna, Militante serie A, per 22 volte Nazionale, nonché campioni europeo juniores 1965.